James Ensor, L'entrata di Cristo a Bruxelles, 1888 Musée Royal des Beaux-Arts, Anversa
Inizia la grande esperienza espressionista, dopo le prime esperienze di Van Gogh e Gaugin, il belga J. Ensor (1860-1949) scegliendo di introdurre in tutti i suoi dipinti una caratteristica simbologia: la maschera, con cui voleva esprimere il suo disprezzo per l'ipocrisia dell'umanità. In questo dipinto raffigura l'episodio nella sua città invece che a Gerusalemme, conferendo al tema nuovi significati. In un clima di dissimulata sacralità, Gesù, con la sua umile presenza, offre agli uomini la redenzione mentre tra la folla alcuni voltano le spalle, altri ridono con il volto coperto da maschere: una folla travestita che fa assomigliare la processione ai festeggiamenti del carnevale.
Spietato e geniale, Ensor con le sue maschere vuole stigmatizzare il comportamento dell' uomo (di ogni tempo) che ha bisogno di nascondersi, coprirsi con identità che non gli appartengono, perdendosi alla fine nei suoi stessi mascheramenti. Il che equivale a dire che carnevale dura tutto l'anno.
"Amico mio, io non sono ciò che sembro. L'apparenza è come un abito che indosso, un abito che protegge me dai tuoi interrogativi e te dalle mie negligenze". (Gibran)
buona domenica
Splendido quadro, e giuste osservazioni. Buona domenica esco. :)
RispondiEliminad'altra parte se pensi che la parola "persona" in latino significa "maschera", si coglie il fatto che da quando si è reso conto di essere, l'uomo si è anche reso conto di apparire...
RispondiEliminabuona domenica :)
Non conoscevo questo quadro ed è stata una vera e propria rivelazione. E' stupendo!
RispondiEliminaSi vive spesso di apparenze:nel quotidiano e spesso anche con noi stessi.Il problema è che spesso non c'è la voglia di scavare a fondo perché si ha paura di capire .
RispondiEliminaBuona domenica:)
Mk
Quando l'amico vi confida il suo pensiero,
RispondiEliminanon negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.
E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore:
Nell'amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa
nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dall'amico non rattristatevi:
La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate,
come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.
E non vi sia nell'amicizia altro scopo che l'approfondimento dello spirito.
Poiché l'amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero
non è amore,
ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano. (Gibran)
...questo per dirti che anch'io lo adoro e che è tutto questione di spirito...chi sa di averlo sa di essere comune a tutti...niente di più e niente di meno: UGUALE!
Quante volte giriamo le spalle agli altri,senza capire che così volgiamo le spalle a noi stessi...
RispondiEliminaciao,clem
non lo conosco ensor, per guardare il quadro mi sono levato la maschera e mi sono ritrovato, ciao
RispondiEliminasto pensando di traferirmi qui, ma non ne sono ancora convinta ;)
RispondiEliminaEsco, alla fine ho deciso, almeno così credo....
RispondiEliminami sono traferita qui:
http://efesto-sursumcorda.blogspot.com/
Ti aspetto
Bacione :)